Una panoramica sugli incentivi per le start up in Spagna
Già da alcuni anni la Spagna ha deciso di cercare di uscire dalla crisi investendo sull'innovazione con una serie di incentivi e agevolazioni dedicati all'industria e alle start up. La crisi economica che ha tormentato l'Europa negli ultimi anni ha lasciato dietro di sé una pesante scia di disoccupazione e di imprese sull'orlo del baratro. Questa situazione nella realtà spagnola era aggravata fino a qualche anno fa dalle lunghe attese e dalle interminabili procedure necessarie per aprire una nuova impresa. Ciò ha portato nel 2013 alla nascita della "Enterpreneurship Law", che mirava a snellire le pratiche per l'avvio di imprese (da 28 giorni a sole 24 ore!) e a fornire incentivi. Grazie a questa nuova mentalità e alle numerose agevolazioni statali la Spagna è diventata una delle realtà più competitive nel panorama europeo per quanto riguarda l'innovazione, con conseguenze favorevoli sull'andamento del PIL. Per questo oggi è particolarmente conveniente scegliere di aprire una start up o un'industria proprio in Spagna. Le start up spagnole prosperano, annoverando tra i settori più redditizi l'hi-tech, il digital, l'ecommerce, le telecomunicazioni e le nuove tecnologie applicate al turismo: la parola chiave è sicuramente ""innovazione"". Un punto importante per chi intende aprire una società è senza dubbio la pressione fiscale. La Spagna assicura un regime agevolato per i primi due anni di attività, con un tasso IRES (imposta sul reddito delle società) del 15 o del 20% a seconda degli utili. Si tratta evidentemente di un tasso assai inferiore a quello italiano. Dal terzo anno in poi il tasso spagnolo è del 20 o del 25%. Inoltre in Spagna è assente l'IRAP (imposta regionale sulle attività produttive, nota anche come la ""tassa sui ricavi"" poiché colpisce il reddito al lordo dei costi e degli oneri). Ma gli incentivi e le agevolazioni offerte dalla Spagna a industria e start up non finiscono qui: - le start up godono di un'aliquota ridotta al 15%; - viene concessa la deduzione del 25% dei costi; inoltre se essi superano la media di quelli dei due anni precedenti, c'è un'ulteriore deduzione del 42% per i costi aggiuntivi; - salvo alcune limitazioni, le imprese titolari di brevetti e segreti aziendali riducono del 60% la base imponibile dell'imposta sulle società. A tutto ciò si aggiungono la possibilità di prestiti partecipativi e la presenza di un importante ""fondo dei fondi"" da svariati milioni di euro per finanziare la crescita delle start up. Il primo programma di co-investimento pubblico a vantaggio delle start up risale al 2012 ed è lo Spain Startup Co-Investment Fund, che ammonta a 20 milioni di euro. Insomma, non c'è da stupirsi nel leggere i dati sui trend di crescita della Spagna: un aumento delle start up di più del 25% nel 2016 (soprattutto nelle aree di Madrid, Barcellona e Valencia), la presenza di aziende leader nel settore dell'innovazione e un enorme afflusso di investimenti stranieri (tanto che, nel 2015, gli investitori esteri hanno partecipato al 73% degli aumenti di capitale delle start up emergenti). Il futuro per le imprese spagnole si prospetta decisamente roseo!
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